Martedì 29 luglio 2025
Mentre il tempo scorre il danno aumenta
Qualche necessaria premessa:- Non sono contrario alla quota fissa ippica, che attraverso i bookmakers sul campo hanno da sempre caratterizzato le corse e le scommesse ippiche;
- Non sono a favore aprioristicamente delle scommesse a totalizzatore;
- Sono invece a favore del fatto che l’ippica nazionale debba assumersi la responsabilità delle decisioni sul suo futuro e che la gestione delle scommesse ippiche (e dei proventi che queste generano) sia una parte fondamentale del nostro equilibrio;
- Sono anche a favore della completezza dell’informazione e della chiarezza sui dati del nostro settore a partire proprio da quelli relativi ai proventi a disposizione;
- I dati dicono con chiarezza che dalle scommesse a quota fissa arriva alla filiera ippica mediamente solo una percentuale di circa il 2% sulle scommesse raccolte mentre dalle scommesse a totalizzatore arriva circa il 13%. E questa differenza non è a discapito dello scommettitore ma semplicemente deriva dalle differenti tipologie di gioco che si possono proporre, necessariamente molto semplici sulla quota fissa (vincente, piazzato) e più articolate per il totalizzatore (tris, quartè, quintè etc).
- E, come ultimo elemento, mentre la scommessa a quota fissa o sul vincente si indirizza agli appassionati ed al pubblico presente sui campi di corse, la scommessa al totalizzatore si rivolge (o meglio, nel caso dell’ippica, si potrebbe/dovrebbe rivolgere) ad un pubblico molto più ampio, proprio perché - se ben confezionata, presentata, pubblicizzata, distribuita – in grado di coinvolgere, con le sue quote più ricche ed una componente di fortuna che può far prescindere dalla competenza tecnica, al grande mercato degli oltre 20 milioni di giocatori italiani

L’incasso da scommesse ippiche a quota fissa non mostra per ora l’incremento sperato, presenta anzi una diminuzione di 8 milioni rispetto al 2024 e realizza nel semestre gennaio – giugno un totale di 244,4 milione di euro; anche a livello di quote per lo scommettitore l’effetto auspicato non si vede e le vincite ammontano all’86,09% del giocato rispetto all’ 85,61% dello scorso anno (praticamente lo stesso). La conseguenza di quanto sopra è una perdita già consolidata a livello di prelievo per la filiera ippica di circa di 6 milioni di euro rispetto al 2024 (oltre a circa 3 milioni di perdita per le entrate erariali).
Al momento i dati dicono che l’unico segno più è quello relativo al margine netto degli operatori di gioco che è cresciuto nel periodo di circa 6,5 milioni di euro.
Per completa trasparenza, nel mese di giugno si è cominciato a vedere un piccolo incremento negli incassi dei bookmaker (+ 9% vs lo scorso anno) purtroppo in gran parte a scapito del gioco a totalizzatore ippico (che come dicevamo sopra rende 6,5 volte la quota fissa!) purtroppo sempre con un pesante segno negativo di oltre un milione – per la precisione 1,1 milione di euro - per la filiera ippica.
Continuando l’andamento attuale, senza cambi di rotta significativi, si prospetta un pesantissimo meno 12 milioni di euro a fine anno per la filiera ippica e circa 6 milioni in meno per l’erario. E’ ben vero che i proventi una tantum derivanti dall’incremento di tassazione sulle scommesse virtuali dovrebbe garantire un apporto di 7,7 milioni al bilancio della filiera ippica e coprire quindi parzialmente il disavanzo ma resta il fatto che comunque avremo una perdita netta di 4,3 milioni (che nel 2025 o 2026 impatterà sui conti del comparto) e soprattutto che se non cambia radicalmente la tendenza, finita la copertura parziale dalle scommesse virtuali, troveremo un buco considerevole sui nostri conti per il futuro!
Nel frattempo il gioco a totalizzatore ippico – completamente trascurato dagli operatori di gioco e come tutti sappiamo che ha bisogno con urgenza di una profonda ristrutturazione - ha realizzato nel semestre un movimento complessivo di 32,8 milioni di euro, in diminuzione del 4,2% rispetto all’anno precedente.
La sintesi di questi sei mesi è che i 244 milioni di euro della quota fissa generano per la filiera ippica 4,9 milioni (2%) mentre i 32,8 milioni delle scommesse a totalizzatore rendono 4,3 milioni (13%), quasi lo stesso provento nonostante incassi così differenti! E l’ippica italiana senza proventi è destinata a sparire!
Purtroppo i dati attuali sembrano confermare in toto i dubbi che avevamo esposto nelle varie occasioni in cui ci è stato concesso di farlo e diventa quanto mai urgente intervenire e correggere la rotta, a partire proprio da una profonda riforma della programmazione delle corse (le corse scontate non aiutano il gioco, le quote sono troppo basse e come sanno tutti non basta il taglio delle aliquote per rivitalizzarle) e dal rilancio delle scommesse a totalizzatore secondo le proposte che già abbiamo presentato a gennaio al Sottosegretario La Pietra ed al Direttore Chiodi e riproposte il 19 maggio scorso nel corso della riunione in piazza Mastai con ADM e MASAF ed anche oggetto del convegno sulle risorse per l’ippica organizzato all’ippodromo di Modena lo scorso 28 giugno.Siamo da allora in attesa di una riunione di approfondimento e dell’istituzione di un tavolo di lavoro congiunto con MASAF e ADM per approfondire le proposte presentate e trasformarle – pronti come sempre a raccogliere gli eventuali suggerimenti dovessero pervenire – in effettivi programmi di lavoro. Il tempo corre veloce...
Giorgio Sandi
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