Martedì 3 giugno 2025
Cap, una sigla emergente

Riccardo Pezzatini con City Lux
Come entra nell'ippica Riccardo Pezzatini e come diventa allevatore?
Sin da piccolo sono stato nell’ambiente grazie a mio padre, grande appassionato e già proprietario di alcune fattrici, con le quali diede vita all’allevamento “Le Capanne”, da cui la sigla “Cap”, ripresa da me a partire dalle scorse lettere E (nati 2020), la mia prima vera annata da allevatore. Proprio da mio padre, dunque, nasce la mia passione e la decisione di prendere la licenza da driver nel 1997.
Già alla seconda annata (lettere F) ha raggiunto dei risultati molto buoni, pur disponendo di pochi prodotti. La terza, quella delle lettere G, si è rivelata addirittura migliore. Qual è il segreto dei “Cap”?
I “Cap” non hanno un segreto particolare, credo piuttosto che sia un mix di buone pratiche a fortificarli e a renderli competitivi. Il posto in cui crescono, l’allevamento La Sibolla, che ho ristrutturato ponendo grande attenzione alle piste e ai paddock, concorre in primis alla riuscita dei prodotti.
Fino ad ora si è tenuto la maggior parte dei suoi prodotti. Proseguirà su questa linea?
Possiamo dire che non allevo i miei prodotti con l’idea di tenerli tutti necessariamente: di fronte ad una offerta congrua, a patto che terminino in buone mani, sono disposto a venderli. In caso contrario, logicamente, data la mia professione da allenatore, li tengo e li porto in corsa autonomamente.
Quali sono, oggi, i numeri dell'allevamento?
Oggi l’allevamento dispone di 10 fattrici, quindi la produzione si attesta sui 6/7 prodotti all'anno. Tra le fattrici si distinguono Zoe Op (mamma di Gabri Cap), Twilight Lux, Tatanka Op e l'ultimo acquisto Floridia Trebi, una figlia di Oasis Bi e Replay Ek, sorella piena di Nike Ek.
Si è dimostrato ottimo preparatore di puledri, specie quelli “home made”, presentandosi in più occasioni tra i primi alle prove di qualifica. Penso a Fashion Cap e Fantasy Cap o agli stessi Gabri Cap e Gin Tonic Cap. Con la I però ha fatto il botto: Invisibile Cap, qualificato il 24/05 in 1.15.1. Come si prepara un puledro così rapidamente?
Penso che le motivazioni siano diverse. Innanzitutto ci concentriamo molto su pochi puledri, riuscendo quindi a monitorarli con scrupolosità. In generale, stiamo molto attenti ai particolari: una corretta ferratura, dei buoni paddock e la costanza nel lavoro sono le chiavi determinanti per raggiungere obiettivi importanti. Nello specifico, per quanto riguarda i “Cap”, curo i minimi dettagli e mi concentro a fondo sull'alimentazione e credo che Invisibile Cap sia la conferma di un lavoro ben svolto. Si tratta di un cavallo ancora ardente ma molto dotato. A Follonica il tempo ottenuto l’ha raggiunto senza che io gli chiedessi nulla. Posso affermare che ci fa ben sperare e con lui punteremo ad essere ambiziosi.
Filippo Barbagallo
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